La salvaguardia del verde urbano: l’urgenza di un cambiamento

I dati più recenti (2018) sulla presenza di verde pubblico – considerato come somma di verde storico, verde attrezzato e grandi parchi urbani – nei comuni italiani, rilevati da fonte ISTAT su 109 capoluoghi di provincia e da SNPA su altri 15 comuni tra i più popolosi non capoluogo di provincia, confermano una percentuale generalmente scarsa, con valori inferiori al 4% in circa 7 comuni su 10. Solo in 12 città la superficie verde supera il 10% dell’estensione totale, con picchi tra il 26 e il 30% in alcune località del nord (Sondrio, Trento e Monza), confermando sostanzialmente la tendenza dei cinque anni precedenti. La disponibilità media pro-capite di verde urbano nei capoluoghi di provincia è di 15 m2 per abitante, con alcuni valori particolarmente elevati (superiore ai 100 m2/ab) in 12 città caratterizzate da aree boschive più estese (Trento, Rieti e Sondrio) e il picco sproporzionato di Matera (984,6 m2), dovuto all’ampia presenza di verde storico.
La presenza di aree verdi agisce sui tessuti urbani ad alta densità abitativa come antidoto all’azione degli agenti inquinanti e come fattore mitigante del clima, ragioni per cui viene ormai da più parti sollecitata un’inversione di tendenza che recuperi, valorizzi e intensifichi questi spazi così preziosi per la salute dell’uomo e dell’ecosistema nel suo complesso.
Eppure, i dati sulla crescente avanzata dell’asfalto sono ancora poco incoraggianti.
Il rapporto ISPRA 2020 sul consumo di suolo nel nostro Paese ha messo in evidenza quanto l’impatto delle trasformazioni del paesaggio a seguito di coperture artificiali dettate dalla crescente urbanizzazione stia incrementando le isole di calore nelle nostre città, con temperature estive che raggiungono spesso 2 °C in più rispetto alle aree rurali.
Nelle città a densità abitativa più alta, nel 2020 si sono persi 29 metri quadrati per ogni ettaro di aree a verde (contro i 24 del 2019). In totale, quasi la metà del suolo perso in 12 mesi si trova nelle città. La riduzione in termini di superficie delle aree verdi è accompagnata da un progressivo processo di frammentazione degli ambienti naturali e da un aumento del loro isolamento.
Come evidenziato nell’Atlante nazionale delle aree a rischio di desertificazione dell’INEA (2007), il consumo di suolo dovuto all’estensione di infrastrutture per attività extra-agricole, quali urbanizzazione, cave e discariche, ha raggiunto in alcune aree d’Italia valori elevatissimi, specie in alta pianura (12,5% della superficie) e sulle colline moreniche (16,9% della superficie), e nella periferia di Napoli (50%). L’urbanizzazione è considerata causa pressoché irreversibile della risorsa suolo ed è associata a problemi di varia natura, come l’aumento del rischio di alluvioni.
Per salvare le aree più vulnerabili e valorizzare le potenzialità del patrimonio naturale in un’ottica di difesa ambientale e salute pubblica, la Strategia nazionale del verde urbano promossa dal Ministero dell’Ambiente nel 2018 indica tre linee guida fondamentali: “destinare ampi spazi al sistema forestale, passare da metri quadrati a ettari [di verde] e de-asfaltare tutti i settori che possano tornare permeabili”. Un programma incentrato dunque sugli alberi e su tutti i loro benefici e potenzialità per il benessere comune. Vediamo nel dettaglio quali sono.
Principali risorse bibliografiche consultate:
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2020.
Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA). 2007. Atlante nazionale delle aree a rischio di desertificazione.
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. 2018. Strategia nazionale del verde urbano “Foreste urbane resilienti ed eterogenee per la salute e il benessere dei cittadini”.
Openpolis. 2020. Il verde nelle città come servizio ecologico fondamentale https://www.openpolis.it/il-verde-nelle-citta-come-servizio-ecologico-fondamentale/
SNPA, 2019. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2019, Report di Sistema SNPA, 08/19, Roma.