Non è certo facile per gli alberi adattarsi a vivere in città: la luce del sole è ridotta dallo smog, l’acqua piovana trascina con sé sostanze acide, l’asfalto non facilita di certo l’aerazione del terreno e lo sviluppo delle radici, le pavimentazioni impediscono all’acqua di filtrare, il terreno cittadino è molto povero sotto il profilo nutrizionale, ed è attraversato da tubazioni e condutture. E poi c’è l’uomo, con la sua scarsa attenzione per il verde. E così per gli alberi in città è una vera e propria lotta per sopravvivere. Gli alberi poi invecchiano, manifestando sempre più i difetti e i problemi derivanti dalle insidie dell’ambiente urbano. Le pubbliche amministrazioni, con risorse sempre più limitate, tendono a ridurre le risorse destinate alla gestione del verde. Purtroppo, la scarsa attenzione e sensibilità dei politici verso il verde (gli alberi non votano, del resto) porta spesso a fare tagli in questo settore più che in altri. Del resto, se si tagliano i fondi per la cultura, tutti strillano. Se si riducono le spese per la gestione e tutela del verde urbano, pochi se ne accorgono. Fino a che un albero non cade con danni talvolta anche mortali alle persone. E allora comincia la ricerca delle responsabilità. Purtroppo ci sono voluti alcuni incidenti per fare invertire la tendenza in alcune città, tra cui Torino.
(Testo tratti da Maria Lodovica Gullino, Spore, Daniela Piazza Editore 2014)