Il metodo VTA si propone di dare una valutazione della probabilità di rischio di caduta di un albero; tale affermazione non implica il calcolo di un preciso valore di pericolosità né, tanto meno, significa prevedere con esattezza quando l’albero potrà cadere. Il metodo, piuttosto, attribuisce la pianta esaminata ad una determinata categoria di rischio fitostatico. Ogni categoria di rischio deve essere interpretata dal punto di vista statistico in termini di previsione di un evento. Infatti anche un albero completamente sano e privo di difetti può cadere, se colpito da un evento naturale eccezionale. Il punto di forza del VTA è rappresentato dalla considerazione sia degli aspetti biologici sia di quelli meccanici per la valutazione della stabilità degli alberi. Per la stima degli aspetti meccanici sono indispensabili i rilievi strumentali, eseguiti con penetrometri tipo Resistograph e con il martello elettronico Il resistrograph, in assoluto il più usato nelle analisi VTA, è costituito da un trapano perforatore, dotato di una sonda di lunghezza variabile, che avanza a velocità costante, regolabile a seconda della densità del legno. Il consumo di energia durante la perforazione, visualizzabile graficamente mediante un dendrogramma, misura la qualità meccanica del legno. Il legno cariato, opponendo una minore resistenza alla perforazione, induce un abbassamento del dendrogramma. Il martello elettronico misura, invece, la velocità di propagazione nel legno di onde sonore generate manualmente battendo su un perno inserito nel legno. I valori di velocità dell’onda sonora sono confrontati con quelli riportati in letteratura per le varie specie legnose, ovviamente sane.
(Testo tratto da Maria Lodovica Gullino,Spore, Daniela Piazza Editore 2014)